Marzio Cattani dice basta, Tamaro Trophy a rischio (LaRegione)

Il Tamaro Trophy 2023 è a rischio? Al principale appuntamento della mountain bike in Ticino mancano cinque mesi, ma dense nubi nere si addensano sul suo futuro prossimo. Martedì sera, Marzio Cattani ha infatti inoltrato le dimissioni da presidente del comitato d’organizzazione. Una decisione, maturata a seguito di diversi fattori personali, che pone in primo piano la questione di una successione al momento inesistente. Prima di addentrarci nelle considerazioni che hanno portato alla rinuncia, va precisato che Cattani proseguirà la sua attività all’interno del Velo Club Monte Tamaro… «Assolutamente sì – afferma il diretto interessato –. Tra i soci fondatori del velo club c’era anche mio padre, per cui non ho certo l’intenzione di mollare una presidenza assunta "appena" quattro anni fa».

Ma allora, perché lasciare il vertice del comitato d’organizzazione di quello che in questi anni è diventato un vero fiore all’occhiello del movimento ciclistico, addirittura a livello internazionale? «Quella della scorsa primavera è stata l’ottava edizione e le ultime due sono risultate piuttosto pesanti dal profilo organizzativo, per il Covid, ma non solo. Inoltre, sono entrato anche in politica nel Municipio di Monteceneri, per cui il tempo a disposizione si è ulteriormente ridotto. Detto ciò, nelle ultime settimane ero ancora sul pezzo e ho investito altre ore nell’organizzazione dell’edizione 2023. Mi sono però reso conto che le forze non mi avrebbero permesso di portare a termine la preparazione dell’evento. Il problema è mio, ma devo dire che pure per altri membri della squadra – alcuni attivi con me da otto anni – il serbatoio si è ormai svuotato. E se io stesso non riesco più a trovare le energie necessarie, non riuscirò nemmeno a trascinare il resto del gruppo. Mi aspettavo forse che qualcuno fosse pronto a prendere il mio posto, ma al momento così non è. E qui recito il mea culpa, in quanto non sono stato capace di individuare e formare un mio successore».

 

Se un certo senso di logoramento e l’impossibilità di continuare a sottrarre all’ambito professionale ore da mettere a disposizione del Tamaro Trophy sono alla base della scelta, Cattani evidenzia anche altri punti problematici… «Due su tutti: il tema dei volontari e quello degli sponsor».

Partiamo dai volontari… «È sempre più difficile, per tutte le società e associazioni ticinesi, reperire persone disposte a mettersi a disposizione a titolo gratuito. È una situazione che dovrebbe far riflettere, anche a livello istituzionale, in quanto la mancanza di giovani interessati al volontariato rischia di mettere in pericolo molte manifestazioni sportive, culturali, ricreative che rappresentano importanti poli di aggregazione per la società».

 

Per quanto attiene agli sponsor, «i più fedeli – BancaStato, Chicco d’oro, Monte Tamaro, comune di Monteceneri – hanno già garantito il loro sostegno per il 2023. Altre richieste non hanno ricevuto risposta positiva e in qualche caso stiamo ancora attendendo un riscontro. Quanto raccolto finora non basta per coprire i costi di una gara che richiede un budget attorno ai 120’000 franchi. Quel che però mi fa rimanere a bocca aperta è l’atteggiamento di Ticino Turismo che da un lato ci sostiene in quanto la mountain bike rappresenta "un prodotto strategico per il turismo nel nostro cantone", ma dall’altro non ci aiuta in maniera concreta. Ci siamo rivolti pure a Lugano Region, il quale ci ha fatto sapere che il budget per il 2023 verrà deciso a dicembre. È vero che nel 2020 avevamo organizzato gli Europei nel giro di un paio di mesi, ma si era trattato di una situazione eccezionale e se tra cinque mesi vogliamo proporre un Tamaro Trophy degno delle aspettative non possiamo certo attendere l’inizio del nuovo anno per sapere quale sarà il budget finanziario con il quale ci potremo muovere. Trovo che da parte dei nostri enti turistici ci sia scarsa sensibilità nei confronti di una manifestazione che nel mese di marzo porta in Ticino centinaia di persone».

Stando così le cose, quella vinta lo scorso 27 marzo dal pupillo di casa Filippo Colombo potrebbe essere stata l’ultima edizione del Tamaro Trophy… «Di certo, l’appuntamento 2023 è fortemente a rischio. Negli scorsi giorni ho anticipato al presidente della ÖKK Bike Revolution (circuito di gare ideato e voluto da Nino Schurter e Ralph Näf, ndr), con il quale avevamo già collaborato in marzo in una sorta di "anno zero", la possibilità che l’evento salti. E a loro non ha certo fatto piacere, in quanto il Tamaro Trophy è sempre stato apprezzato sia per il suo percorso, sia per il livello della sua organizzazione. Per l’anno prossimo l’iscrizione nel calendario Uci è già stata fatta, ma al momento non abbiamo le forze per garantire l’organizzazione. Tuttavia, ci tengo a precisare che, anche nel caso in cui il 2023 dovesse scivolare via senza gare di mountain bike, ciò non significa l’istantanea e definitiva morte del Tamaro Trophy. In questo momento le nostre energie organizzative sono al lumicino, ma tra qualche anno, con le batterie di nuovo ricaricate, è possibile che qualcosa riparta. Non chiudiamo la porta a possibili eventi, dobbiamo solo ritrovare forze e motivazioni. Spero che le mie dimissioni e il possibile stop al Tamaro Trophy possano rappresentare un segnale in grado di scuotere anche la politica. E se in futuro ci fossero le condizioni adatte, allora si potrebbe anche ripartire».

 

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25.10.22
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